Siamo il flusso

Alessandra Sarchi ha scritto un libro sul rapporto di alcuni scrittori con la pittura e con il mondo delle immagini. Si intitola La felicità delle immagini, il peso delle parole (Bompiani, 2019) e l’autrice lo ha presentato l’altra sera in un bel contesto lunare.

Come era prevedibile, visto il tema, la conversazione tra autrice e moderatore è caduta sulle immagini che da qualche anno ci portiamo in tasca, e il problema è diventato: come fare per non perdersi nel flusso di immagini da social network, effimere, spesso ingannevoli e, per via della loro irrilevanza, infelici?

Una risposta, forse l’unica vera risposta data, è stata: fare i flaneur, come Baudelaire. Abbandonarsi al flusso e cercare nella realtà fugace le immagini che vale la pena fissare, come adesivi sulle pareti, mentre il tempo scorre lungo i bordi (cit). Però è un lavoro da poeti e da pittori. Noi altri, coi nostri post leggeri e i nostri selfie infelici, siamo la realtà fugace, siamo il flusso: non ce lo dimentichiamo.

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