#3e7436

Il discorso colori, che se fai il grafico prima o poi capita, mi mette sempre un po’ a disagio, perché io i colori non li ho mai capiti. Conosco i colori primari e secondari, e fino ai sette colori dell’arcobaleno ci arrivo; tutte le altre sfumature, non ce la posso fare.

Se con il panna me la cavo, perché è un colore così chiaro che quasi non si vede, il crema già mi fa venire il mal di pancia, quando mi chiedono il ciclamino e il carta da zucchero non so mai dove andarli a pescare, confondo il prugna e il vinaccia, non ho mai capito se il petrolio è un verde o un blu, e per quanto vi ostiniate a chiamare il grigio molto chiaro “bianco perla“, per me resta sempre un grigio molto chiaro.

Forse il problema sono io, o forse dare ai colori dei nomi così ambigui è un metodo superato, che crea oggettivamente dei problemi. Sempre più spesso mi chiedo: non sarebbe tutto più semplice e preciso se chiamassimo i colori con i loro valori CMYK, RGB o con il loro valore esadecimale, anziché giallo canarino o grigio topo?

Non sarò certo io a far cambiare idea al mondo sui nomi dei colori, ma qualcuno, da qualche parte, dovrà pur iniziare. Ecco quindi il mio primo, piccolo passo.

Da un paio di giorni sulla scrivania ho una piantina. È una pianta grassa, spero che sopravviva all’inverno e al mio superpotere di far appassire le piante con lo sguardo.

Questa piantina mi sta simpatica, perciò ho deciso di darle un nome: da oggi si chiama CMYK(78,32,100,20), RGB(62,116,54).

Per gli amici, #3e7436.

#3e7436
E ora devo solo aspettare che qualcuno mi chieda di usare il color #3e7436 per uno dei prossimi libri.

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